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| Dan Ayckroyd - John Belushi |
"Siamo in missione per conto di Dio"
Sono certa che tutta la generazione di quegli anni aveva appeso al muro della propria cameretta un poster dei fratelli Blues. "The Blues Brothers" film leggendario del 1980 oggi è per tutti un cult, ma quando uscì a suo tempo non fu molto apprezzato, definito dalla stampa assurdo e imbecille.
Parecchi furono i fattori per il quale all'epoca il film non piacque: era pieno di stelle rhythm and blues molto amate dai neri, ma spesso ignorate dai bianchi e la pellicola sostanzialmente si rivolgeva a questi ultimi, poi c'era il problema che i due protagonisti erano dannatamente cocainomani e aggiungiamo anche che costò uno sproposito rispetto al budget preventivato.
Quindi perché a distanza di tanti anni e a dispetto delle critiche "The Blues Brothers" è considerato un cult intramontabile? Perché continuiamo a guardarlo con piacere tutte le volte che lo troviamo trasmesso in qualche canale televisivo?
Semplice: perché è un film che parla ai giovani, a quelli che lo sono e a quelli che lo sono stati all'epoca. La storia è a dir poco assurda ma se ne frega altamente e segue imperterrita il proprio filone di assurdità e questo ai giovani piace molto; si sa, i giovani sono per definizione anticonformisti, ribelli, gli adulti cercano di inquadrarli in uno schema ordinario e loro passano il tempo a evaderlo. Con i fratelli Blues si evade alla grande, con una macchina della polizia capace di saltare più in alto di una moto da cross, distruggono tutto, vengono inseguiti a sirene spianate dai poliziotti, inseguimenti che oggi sarebbero fatti al computer, ma allora le auto piuttosto che le cabine del telefono, saltavano in aria per davvero, con decine di stuntman a darsi il cambio. I due fratelli vengono minacciati da sicari pericolosi sempre alle loro calcagna, vessati da una suora pseudo madre più minacciosa di un boss mafioso, sempre rincorsi da qualcuno senza un attimo di respiro, aggiungiamo poi dei camei interessanti come quello di Aretha Franklin nel fast food o James Brown in veste di predicatore e la missione dei due fratelli che devono a tutti i costi salvare l'orfanotrofio dove sono cresciuti, regalandoci anche la carta dei buoni sentimenti che giustifica qualunque azione sopra le righe. A questo punto l'ingranaggio è perfetto, ci sono tutti gli ingredienti per nutrire la generazione anni 80 e quelle che verranno.
Semplice: perché è un film che parla ai giovani, a quelli che lo sono e a quelli che lo sono stati all'epoca. La storia è a dir poco assurda ma se ne frega altamente e segue imperterrita il proprio filone di assurdità e questo ai giovani piace molto; si sa, i giovani sono per definizione anticonformisti, ribelli, gli adulti cercano di inquadrarli in uno schema ordinario e loro passano il tempo a evaderlo. Con i fratelli Blues si evade alla grande, con una macchina della polizia capace di saltare più in alto di una moto da cross, distruggono tutto, vengono inseguiti a sirene spianate dai poliziotti, inseguimenti che oggi sarebbero fatti al computer, ma allora le auto piuttosto che le cabine del telefono, saltavano in aria per davvero, con decine di stuntman a darsi il cambio. I due fratelli vengono minacciati da sicari pericolosi sempre alle loro calcagna, vessati da una suora pseudo madre più minacciosa di un boss mafioso, sempre rincorsi da qualcuno senza un attimo di respiro, aggiungiamo poi dei camei interessanti come quello di Aretha Franklin nel fast food o James Brown in veste di predicatore e la missione dei due fratelli che devono a tutti i costi salvare l'orfanotrofio dove sono cresciuti, regalandoci anche la carta dei buoni sentimenti che giustifica qualunque azione sopra le righe. A questo punto l'ingranaggio è perfetto, ci sono tutti gli ingredienti per nutrire la generazione anni 80 e quelle che verranno.
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| Dan Aykroyd-Ray Charles-John Belushi |
Non è finita, oltre a tutto ciò, i giovani si affascinarono alle icone pop generate dai protagonisti del film: occhiali Ray-Ban neri che non si tolgono neanche di notte, basettoni accattivanti, abiti sformati portati però con grande nonchalance e un look total black. E poi non dimentichiamoci delle musiche, sicuramente parecchi di voi hanno un vinile dei Blues Brothers da qualche parte.
Quella del film è la band effettiva: John Belushi voce - Dan Aykroyd voce e armonica - Matt Murphy e Steve Cropper chitarra - Donald Dunn basso - Paul Shaffer tastiere - Willie Hall batteria - Blue Lou Marini sax - Tom Malone fiati - Alan Rubin tromba. Tra pezzi come "Gimme some lovin'"e "Sweet home Chicago", insieme a successi di Ray Charles, Aretha Franklin, James Broun e altri cantanti iconici, la colonna sonora regala un'energia pazzesca che a distanza di oltre quarant'anni continua a gasarci.
The Blues Brothers ha tutti gli elementi per essere catapultato nell'olimpo dei film mitici degli anni 80 e se non lo avete ancora visto è giunto proprio il momento di farlo!


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