Cinquemila persone si radunarono in piazza Hviezdoslavovo, a Bratislava, per protestare in maniera pacifica, con le candele in mano, contro il regime comunista. Questo evento storico divenne noto come la "Dimostrazione delle candele" e fu la prima manifestazione di massa contro il regime comunista in Cecoslovacchia radicato dal 1969.
La Cecoslovacchia negli anni della Perestrojka era uno degli ultimi baluardi del comunismo. La Chiesa si trovava in una situazione drammatica: su tredici diocesi dieci erano vacanti, l’ingerenza dello Stato era capillare, e il tentativo di creare una struttura ecclesiale filogovernativa si era realizzato nel movimento per il clero 'Pacem in Terris'. Eppure nuova linfa scorreva nei canali della Chiesa cosiddetta 'clandestina', composta da piccole comunità e gruppi di fedeli guidati da sacerdoti o laici e diffusa specialmente in Slovacchia.
Tutto era partito nel novembre del 1987 con una campagna di firme su una petizione che in 31 punti chiedeva il sostegno della libertà religiosa nella Repubblica socialista cecoslovacca, ottenendo l’appoggio di noti slovacchi residenti all’estero, di personalità dissidenti in Slovacchia e del cardinale Frantisek Tomasek. A febbraio 1988 le firme erano 95.000. Il 25 marzo si decise per la dimostrazione di candele propagandandola attraverso le radio.
Seppur pacifica la manifestazione venne bloccata dalla polizia, inizialmente per mezzo di cannoni ad acqua e sirene spiegate che intimavano di fermarsi, successivamente con manganellate e bastonate. L'indomani le testate giornaliste scrissero falsamente, che la manifestazione fu fatta per incrinare il rapporto Chiesa-Stato e le trattative con il Vaticano.
Profonda fu l'indignazione internazionale e diverse le proteste riguardo queste notizie manipolate, ma tanto si sa, il regime aveva i mesi contati, da lì a poco non avrebbe più sottomesso la voce di nessuno.
Si trattò del primo passo che la Cecoslovacchia fece per disgregarsi dal regime comunista, che collasserà come tutti sappiamo, alla fine dell’anno successivo. La "Manifestazione delle candele" divenne un simbolo e in memoria dell’evento, nella Slovacchia democratica il 25 marzo è diventato il Giorno della Lotta per i Diritti Umani.
Tutto era partito nel novembre del 1987 con una campagna di firme su una petizione che in 31 punti chiedeva il sostegno della libertà religiosa nella Repubblica socialista cecoslovacca, ottenendo l’appoggio di noti slovacchi residenti all’estero, di personalità dissidenti in Slovacchia e del cardinale Frantisek Tomasek. A febbraio 1988 le firme erano 95.000. Il 25 marzo si decise per la dimostrazione di candele propagandandola attraverso le radio.
Seppur pacifica la manifestazione venne bloccata dalla polizia, inizialmente per mezzo di cannoni ad acqua e sirene spiegate che intimavano di fermarsi, successivamente con manganellate e bastonate. L'indomani le testate giornaliste scrissero falsamente, che la manifestazione fu fatta per incrinare il rapporto Chiesa-Stato e le trattative con il Vaticano.
Profonda fu l'indignazione internazionale e diverse le proteste riguardo queste notizie manipolate, ma tanto si sa, il regime aveva i mesi contati, da lì a poco non avrebbe più sottomesso la voce di nessuno.
Si trattò del primo passo che la Cecoslovacchia fece per disgregarsi dal regime comunista, che collasserà come tutti sappiamo, alla fine dell’anno successivo. La "Manifestazione delle candele" divenne un simbolo e in memoria dell’evento, nella Slovacchia democratica il 25 marzo è diventato il Giorno della Lotta per i Diritti Umani.
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